curiosità stroriche padovane  1°

IL TEMPIO PIÙ ANTICO DI PADOVA

di un tempio pagano dedicato ad Apollo. Il nome stesso di Santa Sofia, nome greco che vuole dire Santa Sapienza, darebbe valore a questa supposizione, perché anche S. Prosdocimo era greco e fu il primo che venne a Padova a diffondere il cristianesimo. Chiese dedicate a S. Sofia non si trovano che nei paesi che ebbero stretti rapporti coll'impero greco o bizantino, che aveva per sua capitale Bisanzio ora Costanti­nopoli, ove appunto esiste la famosa cattedrale di Santa Sofia, ridotta poi a moschea dai Turchi quando di­strussero l'impero greco nel 1453.

Anche se non fosse vero che la nostra chiesa di S. Sofia sia stata fondata da San Prosdocimo, si può ritenere che in quella borgata (la città finiva alla Porta Altinate) vivesse una colonia greca tra il 555 ed il 601, nei quali anni Padova era dominata dall'impero bizantino o greco.

Non molto lontano da S. Sofia, e sempre fuori delle mura della città vecchia ci sono altre due chiese dal nome e dall'origine greca, S. Eufernia e S. Maria Jconia. La chiesa di S. Sofia venne ricostruita quasi del tutto nell'anno 1123 come risulta da un documento esistente nell'archivio del Duomo, però della vecchia chiesa greca rimane ancora intatta la parte posteriore o abside, la quale se non è dell'epoca di S. Prosdocimo è certamente la medesima costrui­ta tra il 555 ed il 601.

I piccoli capitelli in pietra di quest'abside sono lavorati rozzamente con croci ed animali, e questa rozza maniera di scolpire cessò con l'anno 900 e se ne trovano ancora pochi esemplari in Italia, uno dei quali è il battistero del Duomo di Cividale del Friuli, costruito da S. Calisto, patriarca di Aqui­leia, sotto il regno di Liutprando re dei Longobardi il quale regnò nel Veneto dal 712 al 714.

La facciata di S. Sofia è fortemente inclinata, e nell'interno vi è il sepolcro di Lodovie Cortusio padovano e professore di legge, morto nel 1418, il quale volle esser accompagnato alla sepoltura da tutti i frati di Padova, con numerosi suonatori che dovevano eseguire soltanto musiche allegre, e da 12 fanciulle da lui appositamente dotate che dovevano cantare vivaci canzoni. Si comprende che le stramberie si sono usate in tutti i tempi.

 

 

 

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Ignazio Sommer (Merzio)