curiosità stroriche padovane  1°

ARRE


Il toponimo secondo alcuni studiosi deriverebbe dal nome di un’antica famiglia patrizia di Padova: Arria; secondo altri, invece, avrebbe origine dal sostantivo dialettale “are”, che significa ‘aie’. Arre è citato storicamente per la prima volta come Ari in un documento del 30 gennaio 954. In altri documenti medievali compare anche come Ara, Aire e Are. 

CONFUSO CON LE CITTA' VICINE. In realtà non si considera attendibile nessuna della due ipotesi di origine, in quanto negli atti più antichi viene riportato nelle forme più disparate, venendo confuso, talvolta, addirittura con quello delle città circostanti. Della sua esistenza si ha notizia soltanto intorno al Mille, mentre la chiesa, dedicata a Santa Maria di Are, viene citata per la prima volta in un documento del papa risalente al 1297.

NELLA REPUBLICA DI VENEZIA E SOTTO NAPOLEONE. Le sue vicende storiche sono legate a quelle dei centri vicini più grandi: dopo la guerra veneto-carrarese, viene incorporata per un lungo periodo nella repubblica di Venezia; subisce successivamente l’occupazione napoleonica e la dominazione austriaca fino all’annessione del Veneto all’Italia, avvenuta nel 1866. Gli unici avvenimenti rilevanti sono quelli che riguardano le grandi famiglie che avevano possedimenti terrieri e residenze di villeggiatura in zona, come i Papafava, i Capodilista e i Da Carrara. La sua storia successiva non mostra avvenimenti di particolare rilievo. Nel patrimonio storico-architettonico si segnalano, insieme alla chiesa parrocchiale, ricostruita all’inizio del secolo in stile gotico moderno, il centro storico, con i tipici palazzi nobiliari, che offre una gradevole passeggiata ai turisti.“

La storia di Arre non è stata segnata da avvenimenti di grande rilievo, come del resto accade per tanti altri piccoli borghi della campagna padovana.

In età medievale la villa di Arre compare come sede di possedimenti fondiari appartenenti ad alcuni enti monastici (San Michele di Brondolo, Santa Giustina di Padova, San Michele di Candiana, ecc.) e a varie famiglie nobiliari (Da Baone, Da Carrara, Papafava, Capodilista, Sambonifacio, ecc.).

Nel corso dell’Ottocento molte proprietà nobiliari passarono nelle mani di alcune famiglie della borghesia locale (Garbin, Salom, Scapin, Paviato, Sambin, ecc.).

L’agricoltura è stata fino a pochi decenni fa il settore che assorbiva la grande maggioranza della popolazione attiva e ancor oggi riveste un ruolo importante nella vita economica del comune. Vi si produce frumento, mais, soia, barbabietole da zucchero e uva.

Nel secondo dopoguerra il comune è stato interessato da un notevole flusso migratorio verso le grandi aree industriali del Nord Italia (Milano, Torino) e verso la stessa Padova. Oggi, invece, resta diffuso il fenomeno del pendolarismo giornaliero per motivi di lavoro o di studio.

Arre è stato anche nel corso di questi ultimi decenni un comune prevalentemente agricolo, con la presenza di piccole imprese artigiane, spesso a conduzione familiare.

Soltanto in questi ultimi anni il comune è stato interessato dall’insediamento di un crescente numero di imprese industriali, in seguito alla realizzazione di un’apposita area lungo la superstrada Monselice-Mare.

Anche se ad Arre mancano edifici d’importanza artistica, sono degni di nota alcuni palazzi padronali e case tipiche del centro abitato, in particolare il settecentesco complesso ex Papafava, la neoclassica villa ex Paviato (ora Capovilla), l’attuale Palazzo del Comune (ex Patronato parrocchiale) e la neogotica chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.

 

 

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