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CARTURA

Cenni Storici
I primi insediamenti che sorsero nell’attuale territorio del Comune di Cartura furono favoriti dagli interventi di bonifica del terreno, allora paludoso e coperto di foreste, che si fanno risalire al I sec. D.C. e attuati attraverso la disciplinazione dello scolo delle acque e la formazione di canali: risale probabilmente a questo periodo la formazione del canale Cagnola. Il territorio dell’attuale Comune era però già attraversato da strade che costeggiavano le paludi: fra tutte la più famosa è la via Amnia Altinate, che attraversava e ricorda nel nome la città d’Altino e congiungeva Adria ad Aquileia. Ci volle ancora però più di un secolo per trovare in Cartura il centro di una attività di un certo livello, cioè la produzione di laterizi da costruzione, favorita dallo sviluppo urbano delle città vicine e facilmente raggiungibili da questa località, e particolarmente della città di Padova, in piena espansione urbanistica; il fabbisogno edilizio provocò la nascita di strutture per la produzione e la cottura di tegole e mattoni, documentata dal rinvenimento di un’antica discarica di cocci e materiali di rifiuto e dai resti di antichi forni alimentati a carbone; sembra anzi che il nome Cartura derivi dal marchio della fornace Cartorian.

Forse sede di un accampamento militare, risentì della decadenza economica che colpì anche queste zone con la caduta dell’Impero Romano e prima di essere percorsa dalla popolazioni barbare che premevano ai confini tornò ad essere zona selvaggia e paludosa.

Le fonti non parlano più di questi luoghi per lunghi secoli; con il nuovo millennio comincia il ripopolamento e con esso l’interesse dei potenti: data infatti al 1045 un documento del Vescovo di Padova che attribuisce al Duomo il possesso di beni e foreste nei dintorni di Gazo e Corco, l’odierna Gorgo in territorio comunale.

Nel secolo 12imo esisteva una chiesa dedicata a S. Maria in Valle nel luogo detto Cartura in pieve di Santa Giustina in Pernumia: di ben maggiore importanza era la chiesa di Gorgo, che vantava prerogative liturgiche e sacramentali. Cartura non era invece ancora Comune ma dipendeva allora dalla Podesteria di Pernumia, legata alla famiglia Carraresi. Quando questi ultimi, alleatisi con Genova contro Venezia, vennero sconfitti, travolsero nella loro rovina i loro beni e possedimenti, Cartura compresa. Gli abitanti si ridussero di numero e le terre rimasero incolte, quindi deprezzate; della situazione approfittò l’avveduta nobiltà Veneziana che si diede ad investire i propri capitali nella terra ferma in considerazione del nuovo pericolo rappresentato per gli investimenti navali dall’espansione dell’impero Ottomano.

I ricchi Veneziani acquistarono i terreni dell’entroterra a prezzo bassissimo, si posero come nuovi sfruttatori della popolazione locale ma migliorarono la produttività delle terre con opere di bonifica e impreziosirono il paesaggio con le loro magnifiche Ville. Cartura divenne parrocchia nel 1440 ed ebbe un campanile, una nuova chiesa ed una ben costruita casa parrocchiale: intorno alla chiesa si situò l’area cimiteriale in uso fino al 1811.

Legata principalmente al solo sfruttamento della terra, l’economia avanzava stentatamente, anche perchè sempre, qui come altrove in questi secoli incerti, alla mercé di continue sciagure e devastazioni ricordiamo l’occupazione di questi territori avvenuta agli inizi del cinquecento, da parte delle milizie dell’imperatore Massimiliano, in guerra contro Venezia: le frequenti pestilenze tra cinque e seicento, tra le quali particolarmente drammatiche furono quelle del 1575/76 e del 1630/33; le devastazione e l’arruolamento forzato in epoca napoleonica; infine alle soglie del nostro secolo le malattie frutto di carestie sottoalimentazione, che spinsero molte famiglie a cercare fortuna in America.

Positive furono invece l’introduzione tra cinque e seicento, della coltura del mais; la risistemazione agricola Asburgica, l’attenzione e l’istruzione elementare dei ceti più bassi e l’abbozzo di un piano di miglioramento della situazione sanitaria, che favorirono la ripresa demografica con il conseguente aumento di manodopera da impiegarsi nell’allevamento del reintrodotto baco da seta richiesto dalle nascenti industrie lombarde. I terreni un tempo acquistati dai nobili Veneziani ed ora abbandonati vennero acquistati da famiglie locali, non più afflitte dalle esose tassazioni francesi.

Dopo l’unità d’Italia lo sviluppo economico segnò un arresto: l’artigianato e l’industria del Lombardo-Veneto persero il loro mercato ed il debito pubblico del nuovo stato imposero sacrifici e tassazioni; a causa della mancanza di interventi di manutenzione degli argini ci furono due gravi inondazioni seguite da una epidemia di colera e dal diffondersi della pellagra. Unica nota positiva nel quadro negativo dell’epoca precedente il primo conflitto mondiale è l’inaugurazione nel 1884 della tramvia di collegamento Padova-Conselve.

Su iniziativa dell’allora Parroco Don Antonio De Pascoli nacque la “Società Cattolica di Mutuo Soccorso”, che tendeva a sopperire l’intervento statale ed aiutare le famiglie in maggiore difficoltà, evitando l’emigrazione e il temuto spopolamento dei campi. Alla morte di Don Antonio il 17 aprile 1908, la società ebbe una battuta di arresto ma rinacque su iniziativa popolare qualche anno più tardi come “Congregazione di Carità di Cartura”.

Bisogna però attendere la fine della seconda guerra mondiale per notare un miglioramento vero e proprio delle condizioni di vita della popolazione nonché un vero e finora inarrestabile sviluppo.

 

       

 

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