FESTA DI SAN MARTINO


Fino agli inizi del secolo scorso in molte parti d'Italia la Mezzadria era largamente praticata, il signore dava ai contadini le sue terre da coltivare, incamerandone i proventi e lasciando ai mezzadri solo una parte del ricavato ma garantendo loro alloggio, anche per le famiglie.

A san Martino dopo i raccolti dei campi e la vendemmia i contratti di mezzadria scadevano e venivano rinnovati per l'anno successivo garantendo così un riparo al mezzadro durante il periodo più freddo dell'anno. Talvolta tali contratti non venivano rinnovati e i mezzadri dovevano lasciare le proprie abitazioni e trovare un'altra collocazione per se e per la propria famiglia presso un altro proprietario terriero, ovviamente i contadini più abili nella coltivazione dei campi erano i più ricercati in quanto contribuivano a una fonte di reddito sicura.

Nel  Padovano in questa data era usanza ritrovarsi in Piazza dei Frutti sotto il Palazzo della Ragione per festeggiare il rinnovo dei contratti con vino novello e castagne arrosto che in questo periodo facevano da padroni nelle povere tavole dei mezzadri.

All'imbrunire poi le ragazze da marito andavano a passeggiare per le piazze, alla luce di una lanterna che metteva in evidenza le loro bellezze.

Alla festa di San Martino partecipavano anche molti nobili sia per le fanciulle, sia per stipulare nuovi contratti di mezzadria, o per fare accordi commerciali tra di loro.

Quest'anno, per far conoscere questa festa quasi dimenticata, La Fraglia la Vecchia Padova e la Compagnia degli Anelli hanno organizzato per domenica 10 novembre una rievocazione in costume negli stessi luoghi del centro storico: avremo nobili dame e cavalieri, contadini, lanterne e gli stessi cibi poveri di allora, castagne arrosto e vino novello, siete tutti invitati e chi ne ha la possibilità potrà partecipare anche in costume, nobile o plebeo, non è obbligatorio ma gradito